Rapporto sulla Finanza Immobiliare 2020: gli scenari possibile secondo Nomisma
Lo scenario prospettato a marzo come peggiore è diventato ora il migliore possibile.
Questa la tesi che emerge dall’ultimo Rapporto sulla
Finanza Immobiliare di Nomisma, presentato nell’ambito dell’Indagine sulle Famiglie 2020.
Compravendite
immobiliari, tre scenari possibili per il 2020
Le
compravendite che nel 2020 potrebbero scendere a 463 mila nel peggiore dei casi e a 529 mila nel migliore. Il
primo trimestre 2020 ha visto infatti una flessione a marzo, aprile e maggio,
negli ultimi due mesi anche di oltre il 50%.I prezzi d’altro canto potrebbero
non adeguarsi alla crisi, il che potrebbe essere negativo per le compravendite,
rallentandole ulteriormente.
Le
prospettive per l'economia 2020
“Prima
dell’esplosione dell’emergenza sanitaria la situazione era impostata per una
crescita del mercato immobiliare, non solo di quello milanese, il più
brillante, ma anche di altre zone, con segnali incoraggianti ovunque, - osserva
Luca Dondi, Ad di Nomisma. - Dopo è cambiato il mondo, determinando un
impatto che possiamo solo stimare dai primi effetti, che si accompagnano ad una
stima di deflazione nonostante l’immissione di liquidità per sostenere l’economia”.
Mercato
dei mutui, previsioni 2020
“Le
difficoltà emergono anche dall’analisi
delle richieste di moratoria per i mutui, con una percentuale di famiglie in difficoltà cresciuta dal 4,1
all’11,9%, come anche è cresciuta la quota di affittuari in difficoltà con i
canoni”, aggiunge Dondi. “Le intenzioni di acquisto di casa restano alte, ma se
le ponderiamo per i parametri di fiducia ci ritroviamo con un quarto della
possibile domanda, composta soprattutto da domanda di sostituzione per
necessità, non per investimento, essendo questa ultima la domanda più
reattiva”. Di fatto, dei 2,465 milioni di famiglie che avrebbero intenzione di
acquistare casa, al netto della sfiducia nel periodo presente ne resterebbero
solo 637 mila.
Idem per quanto riguarda le intenzioni di mutuo, nonostante la situazione sarebbe
perfettamente favorevole grazie ai tassi bassi che favorirebbero il ritorno al
credito in altra situazione. Ma la percezione di fragilità secondo Dondi
indurrà un freno nelle famiglie, unito ad un maggiore atteggiamento critico da
parte delle banche che porterà le erogazioni a scendere dai quasi 49 miliardi
del 2019 a 39,1 nello scenario peggiore o a 45,4 nel migliore, per poi scendere
fino a 28,3 nel peggiore dei casi (e a 40,6 nel migliore) nel 2021 risalire
negli anni successivi.
Andamento
dei canoni di affitto 2020
“I canoni di affitto resteranno sui livelli presenti, - aggiunge Dondi, - implicando
difficoltà da parte degli affittuari. Gli affitti brevi da questo momento hanno
subito una battuta di arresto e potrebbero essere quindi riconvertiti a
supporto degli affitti lunghi in un’ottica di riduzione dei canoni”.
Quanto invece alle ristrutturazioni, potrebbe
aumentare la platea di coloro che le intraprendono grazie ai bonus, con una
possibile platea di oltre 12 milioni di famiglie a beneficiarne.
Previsioni
per la domanda immobiliare 2020
Quali
previsioni per la domanda immobiliare nel 2020? “La domanda immobiliare è in
ripresa soprattutto per ragioni di sostituzione e di adattamento degli spazi a
nuove pratiche come lo smart working, che non sarà solo passeggero, - commenta Giulio Pascazio, Ad di Unicredit Subito Casa. - Il tema è quello della digitalizzazione, non
come sostituzione ma come aumento dell’efficacia dell’interazione umana, in una
relazione aumentata col cliente. Sarà sempre più importante la funzione
consulenziale dell’agente immobiliare, a garanzia di qualità e trasparenza per
soddisfare le parti coinvolte. In un contesto di mercato incerto farà la
differenza l’atteggiamento professionale e attento al cliente”.
“Difficile che lo scenario post covid si presenti
come se nulla fosse accaduto, - è il commento della presidente di Assoimmobiliare Silvia Rovere. – L’impatto negativo del Covid sul settore privato
si vedrà nel calo degli investimenti e nella non sostenibilità dei canoni di
affitto, laddove saranno colpiti quegli affittuari che non lavorano nel
pubblico o che non sono pensionati. Quello che si può fare per mitigare la
situazione è incentivare l’investimento immobiliare a canoni sociali. I bonus
aiutano infatti ma non intervengono sull’emergenza abitativa. E servirebbe
anche una moratoria su Imu e Tasi che erodono il risparmio.
“L’inadeguatezza delle case degli italiani
hanno marcato le differenze sociali, - afferma l’economista Fabrizio Barca. - Sovraffollamento, mancanza di spazi,
solitudine ecc, oltre ad esacerbare le violenze domestiche o comunque la pressione
psicologica, hanno fatto la differenza facendo esplodere situazioni negative.
Quindi ora si sviluppa una nuova domanda abitativa: balconi, giardini,
spazi comuni per dialogare sono nuove esigenze da cogliere. Serve quindi più
social housing, recupero di edifici, efficientamento energetico, condivisione
di servizi di condominio”.
Fonte: Idealista.it
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